ATTENZIONE, il tuo browser non supporta le tecniche di impaginazione
con cui questo sito è stato realizzato.
Per un più agevole utilizzo di questo sito
ti raccomando di aggiornare il tuo browser all'ultima versione.
Cerca tra i seguenti link quello avvicinabile al tuo browser:
[INTERNET EXPLORER]
[NETSCAPE 8.1.2]
[OPERA 9.02]
[FIREFOX 2]
Se il browser che usi non è contemplato, collegati alla casa del prodotto.
07/06/2005
L'Italia sarebbe in seguito riuscita sconfitta in una famosa gara di velocità per idrovolanti, nella quale l'assegnazione dell'ambitissima Coppa Schneider andò agli equipaggi inglesi.
Per avere riscatto dall'esito della gara, fu organizzato il tentativo di stabilire il record mondiale di velocità a bordo di un idrovolante, e ne fu protagonista il mar. Francesco Agello, che il 23 ottobre 1934, a Desenzano sul Garda, stabilì il nuovo record di velocità, pari a 709 Km/h, a bordo di un Macchi Castoldi MC72, primato per idrovolanti a motore alternativo rimasto tuttora imbattuto.
L'invio di supporto aereo ai nazionalisti della guerra civile spagnola, nel 1936, costituì l'occasione per fare esperienza e trarre insegnamenti per le future realizzazioni aeronautiche. I velivoli inviati furono i caccia CR32, ma anche ricognitori e idrovolanti.
Il 1937, sarà un altro anno glorioso per l'inseguimento di traguardi prestazionali: infatti, il 7 maggio, il Col. Mario Pezzi, comandante del reparto Alta Quota di Guidonia, a bordo di un Caproni 161 e fornito di una tuta di volo appositamente studiata, raggiunse quota 15655 m, stabilendo il nuovo record di altezza. L'anno dopo, con un velivolo Caproni 161bis, egli migliorerà tale record portandolo a 17083 m, un valore ancor'oggi insuperato per gli aerei ad elica.
La compattezza delle forze aeree impegnate nella Seconda Guerra Mondiale verrà meno in seguito alla conclusione della guerra stessa. I piloti si dispersero, anche in schieramenti di fazioni opposte. Chi volò a sostegno delle armate partigiane, chi si schierò con la Repubblica Sociale e chi, infine, andò nel sud-Italia a combattere al fianco dei tedeschi contro gli alleati.
Gli anni successivi alla fine della guerra, videro la situazione delle forze militari italiani non certo felice. Per quel che riguarda la forza aerea, c'era molto da ricostruire e ciò fu reso possibile grazie agli aiuti americani ottenuti con l'adesione al Patto Atlantico.
Arrivarono velivoli come il T-6 "Texan" e, nel 1950, il De Havilland DH100 "Vampire", prodotto su licenza della Gran Bretagna, il primo aviogetto in uso nell'Aeronautica Militare. I velivoli che seguirono costituirono l'inizio dell'era della propulsione a reazione italiana.
Ricordiamo il Republic F-84G "Thunderjet" (in servizio dal marzo '52 al luglio '57), il North American F-84F "Thunderstreak" (gennaio '56/maggio '72), l'RF-84F "Thunderflash" (dicembre '54/agosto '74), l'F-86E "Sabre" e, successivamente, l'aereo che costituì il salto di qualità dell'aviazione italiana, l'F-86K, che fu prodotto dalla Fiat su licenza.
Questa pagina è conforme ai seguenti standard di sviluppo:
XHTML 1.0 STRICT, CSS 2.1, WCAG AA
Pertanto, è accessibile anche ai portatori di handicap, per saperne di più consulta pure le
note sull'accessibilità
Copyright© G. Zanetti