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07/06/2005
Il 17 dicembre del 1903 sulla spiaggia di Kitty Hawk nel North Carolina, guidato da Orville Wright, "per la prima volta nella storia del mondo una macchina con un uomo a bordo era riuscita a sollevarsi nell'aria, in pieno volo, con forza propria, aveva proceduto in avanti senza ridurre la velocità, e alla fine era riuscita ad atterrare in un punto alto quanto quello di partenza".
Il primo volo aveva percorso una distanza di 37 metri ed era durato 12 secondi. Altri voli vennero compiuti nella stessa giornata e Wilbur, l'altro fratello dei Wright, rimase in volo quasi un minuto percorrendo 250 metri.
Figli di un pastore protestante, Wilbur e Orville Wright nacquero rispettivamente nell'Indiana, a Milville il 16 aprile 1867, e nell'Ohio, a Dayton, il 19 agosto 1871.
La grande passione per il volo li colpì nel 1878 quando il padre regalò loro un elicottero di carta e bambù che si sollevava propulso da un elastico. Per anni i fratelli Wright alternarono il mestiere di meccanico per biciclette al loro passatempo preferito: compiere esperimenti sul volo.
E dopo lunghe ricerche riuscirono a sviluppare una tecnologia chiave che ha permesso di far volare il primo aeroplano dopo decenni di esperimenti falliti da parte dei più grandi inventori di tutto il mondo. I Wright ebbero infatti un'intuizione determinante che ha consentito una operazione prima impossibile, il controllo laterale del volo.
Dopo aver osservato in che modo volano alcuni uccelli, hanno infatti inventato lo svergolamento alare, un dispositivo che consente al pilota di provocare una torsione di ciascuna semiala l'una in senso contrario all'altra, modificando il profilo del bordo d'uscita, sistema che fu precursore dei moderni alettoni. I cavi per lo svergolamento erano comandati con movimenti del corpo dal pilota, in posizione prona all'interno di un vano a forma di culla, posto al centro dell'ala inferiore.
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