ATTENZIONE, il tuo browser non supporta le tecniche di impaginazione
con cui questo sito è stato realizzato.
Per un più agevole utilizzo di questo sito
ti raccomando di aggiornare il tuo browser all'ultima versione.
Cerca tra i seguenti link quello avvicinabile al tuo browser:
[INTERNET EXPLORER]
[NETSCAPE 8.1.2]
[OPERA 9.02]
[FIREFOX 2]
Se il browser che usi non è contemplato, collegati alla casa del prodotto.
07/06/2005
Per tre volte si svolsero le gare internazionali negli Stati Uniti e per tre volte il biplano "Caproni" 113 conquistò il primato mondiale di acrobazia e velocità, mentre il biplano C.90 con 6 motori da 1000 hp, con pilota D. Antonini, di primati mondiali ne conquistò addirittura 6.
Dopo le cessate ostilità la Caproni aveva costituito la privata "Società per lo sviluppo dell'Aviazione in Italia", e nonostante il disinteresse assoluto del Governo, iniziò, prima nel mondo, la costruzione di apparecchi ad uso dell'aviazione civile. Fra questi aerei venne fuori un gigantesco multiplano munito di otto motori, con la potenza complessiva di 3000 hp, la cui superficie portante era di 750 metri quadrati. Un vero e proprio gigante dell'aria. Fino al 1936 rimase il più grande velivolo del mondo. Caproni arrancò in questo periodo di produzione civile-commerciale allora non del tutto esplosa. Ma dopo il '22, con l'avvento del fascismo, egli ritornò alacremente a progettare in grande sia nel civile sia nel militare. Mussolini aveva letto il trattato del Douhet e aveva seguito da tempo tutta l'attività del Caproni, appena preso il potere decise subito di costituire l'"Arma del Cielo" ed entrare nella nuova "fede" (lui stesso più tardi, nel '38-39 diventerà pilota).
Intanto alle officine Caproni, con gli aumenti di capitali, la nuova industria prese il nome "Società Aeroplani Caproni", ed inizia a progredire fornendo i suoi apparecchi alla nascente Aeronautica italiana ed anche in parecchie altre nazioni del mondo, fino a ricevere importanti commesse dal Perù e perfino dalla Cina.
Agli inizi degli anni Trenta le Officine Caproni costituiscono già un importantissimo complesso industriale italiano, una industria nel suo settore fra le maggiori del mondo. Come satelliti per i vari componenti (motori, strumentazione, metalli leggeri ecc.) nascono o si affiancano industrie quali la Isotta Fraschini, Meccaniche Reggiane, Cantieri Aeronautici Bergamaschi, Aviazione Monte Collino, Motori Marini Carraro, Stabilimento Coppola, Castellamare di Stabia, Società Issa, Elektron Magnesio, e numerose altre, che premettero per accaparrarsi il grande business delle commesse governative.
Nacque l'aviazione civile, quella militare, i numerosi aeroporti. Poi le officine e i laboratori di avanguardia. A Desenzano sorgeva una Scuola d'Alta Velocità. A Guidonia nasceva perfino una galleria del vento stratosferica, con il vento lanciato a 3450 chilometri all'ora, ossia più di due volte e mezzo la velocità del suono. Una realizzazione unica al mondo. Di pari passo nasceva anche la sofisticata strumentazione di bordo, come la radio, ma soprattutto gli studi sulla riflessione delle radio onde, cioè i radiolocalizzatori che Guglielmo Marconi in una famosa riunione all'Associazione degli Ingegneri e radiotecnici in America il 20 luglio 1922 espose e rese i suoi studi noti. (Era la concezione della prima apparecchiatura RDF, poi nota come RADAR, 1922).
Questa pagina è conforme ai seguenti standard di sviluppo:
XHTML 1.0 STRICT, CSS 2.1, WCAG AA
Pertanto, è accessibile anche ai portatori di handicap, per saperne di più consulta pure le
note sull'accessibilità
Copyright© G. Zanetti