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<< Mario Calderara >>

07/06/2005

Egli raggiunse un altitudine di oltre quindici metri, ma, quando la nave accostò bruscamente a sinistra, il libratore si sbilanciò e precipitò nell'acqua. Calderara fu trascinato sotto la superficie ad una profondità di oltre tre metri, trattenuto dai cavi di acciaio dell'apparecchio. Fu portato all'ospedale quasi annegato e leggermente ferito, e gli fu proibito di continuare i suoi esperimenti, ritenuti troppo rischiosi.

Nel 1908, Mario Calderara, in occasione di una manifestazione di voli dimostrativi tenutasi in Italia e alla quale partecipava il pilota francese Leon Delagrange, chiese al costruttore Voisin se poteva raggiungerlo a Parigi per lavorare nella sua officina come disegnatore e progettista. Voisin fu d'accordo e Calderara fece domanda al Ministero per una licenza non retribuita di sei mesi.

Nel luglio 1908 egli recò a Issy Les Moulineaux (vicino a Parigi) e lavorò nell'officina di Gabriel Voisin instaurando un ottimo rapporto di lavoro e amicizia. Dopo aver collaborato alla progettazione di vari aeroplani ricevette dal facoltoso sig. Ambroise Goupy la proposta di progettare e costruire, a spese di quest'ultimo, un nuovo tipo di macchina volante, molto leggera e di piccole dimensioni, un "biplano ad elica trattiva" (il primo apparecchio di quel tipo).

Egli costruì l'aeroplano, chiamato "Calderara Goupy", e lo fece volare con successo l'11 marzo 1909 a Buc (Francia).

In quei mesi (estate 1908) Wilbur Wright era stato invitato in Francia ed aveva dimostrato le potenzialità del suo meraviglioso " Flyer" che poteva compiere dei lunghi voli di trenta o sessanta minuti, mentre gli aeroplani costruiti da Blériot, Voisin e Farman potevano restare in volo solo per alcuni minuti.

L'Aeroclub d'Italia, agendo in coordinazione con la Brigata Specialisti comandata dal maggiore Maurizio Moris, invitò Wright a Roma e offrì di acquistare un suo aeroplano.

A Wilbur Wright fu richiesto di istruire uno o due piloti sul campo di Centocelle (il futuro aeroporto di Roma). Mario Calderara fu scelto come primo allievo, perché era l'unico in Italia ad avere volato.

Wilbur Wright venne a Roma nel giugno 1909 e, dopo aver portato in volo molti noti personaggi della società, diede alcune lezioni a Mario Calderara e, negli ultimi giorni, al tenente del genio Umberto Savoja. Wright ripartì per gli Stati Uniti il primo maggio, dichiarando positivamente concluso il periodo di "addestramento" di Calderara. Questi era ritenuto a sua volta in grado di insegnare il pilotaggio al ten. Savoja.

Calderara fece in seguito molti voli, anche prolungati; un unico incidente avvenne durante un'esercitazione in una giornata molto ventosa, il 6 maggio, quando suo aeroplano precipitò ed egli rimase gravemente ferito (si trattò di commozione celebrale). Dopo essere stato curato in ospedale, egli riuscì a riparare l'aeroplano Wright con l'assistenza di Savoja, validissimo ingegnere, e dopo un mese e mezzo, riprese i suoi voli a Centocelle (luglio 1909).

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