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07/06/2005
Caproni, ora neo ingegnere, in Francia aveva capito subito una cosa: che dalla pratica empirica dei primi costruttori, per raggiungere veri risultati occorreva applicare una scienza sicura nelle sue forme e nelle sue leggi; e su questa via aveva inflessibilmente deciso di avviarsi. Finiti gli studi e con scarsi mezzi, dopo aver fatto rientro a Massone ideò e disegnò il suo biplano; ne portò a termine la costruzione in una piccola officina casalinga aiutato da amici. Lavorò alacremente, ma al dunque si accorse del sorgere di grossi problemi: non esistevano le condizioni ambientali, cioè terreni adatti alla manovra dell'apparecchio, che nel 1908 era ormai pronto a volare.
Decise dunque di trasferirsi in Lombardia, nella brughiera di Gallarate. Qui c'era una cascina abbandonata del demanio, con dei terreni incolti, pianeggianti, senza abitati intorno, un ambiente infido ad ogni attività agricola ma ideale per i suoi progetti. Era la Cascina Malpensa, dove ha attualmente sede il noto aeroporto. Con un fidato meccanico coraggioso quanto lui, Ugo Tabacchi, il neo ingegnere vi trasportò da Massone la sua officina e la sua nuovissima macchina volante.
Il 27 maggio 1910, il suo apparecchio con Tabacchi ai comandi si levò in volo. Il decollo non presentò problemi, il volo neppure anche se cortissimo, ma nell'atterraggio la macchina si ruppe. Ma Caproni e il suo meccanico non si scoraggiarono, poichè il volo era andato molto bene, mentre l'atterraggio era solo un insignificante dettaglio.
Il 12 agosto successivo, tutto era di nuovo pronto. Il Tabacchi con la nuova macchina riuscì ad attraversare in volo tutta la brughiera della Cascina Malpensa, ma nuovamente all'atterraggio sfasciò l'aereo, non proprio tutto, ma quasi. Il giorno dopo rimisero insieme i pezzi, fecero le opportune modifiche, per essere subito pronti a ripartire e riprovare. Ma sorsero inaspettate difficoltà. Il Governo, tramite l'amministrazione militare che gli aveva concesso quel terreno demaniale, dovendo questa stabilire un campo militare in quella zona, gli ordinò di sloggiare.
Il Caproni si trasferì nei primi mesi del 1911 a Vizzola sopra Ticino. Il 15 giugno 1911 ebbe il suo vero successo: l'amico pilota Enrico Cobioni portava in volo per 50 minuti un nuovo apparecchio.
Caproni non perse tempo e pensò anche agli affari, perché credeva nella sua creatura e nelle prospettive che potevano aprire il volo; infatti è di quel tempo la costituzione della prima Società Caproni. Racimolando tra amici ed estimatori sufficienti mezzi finanziari iniziò la sua nuova attività.
Il nuovo "sport" affascinava, ma non come l'automobile, che stava stregando tutti, il volo infatti era ancora considerato un votarsi al suicidio, non un sport ardimentoso. Quindi grandi prospettive sportive o commerciali non c'erano. Ma questo non fa crollare la fede che Caproni ha del volo; e con lui anche un ufficiale, che si sta interessando molto ai suoi primi voli. Il 30 gennaio 1912, il nuovo monoplano pilotato sempre da Cabioni, conquistava il primato mondiale di velocità e distanza, per apparecchi muniti di motori di potenza di 40 hp.
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