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15/12/2006
Quando nel 1954 la Francia stabilì di creare un proprio deterrente atomico fu presa anche la decisione di sviluppare un bombardiere supersonico pilotato; il risultato fu il biposto Mirage IVA, il cui prototipo volò il 17 giugno 1959. Estrapolato dalla serie dei caccia Mirage III, l'aereo adottava una superficie alare raddoppiata, pur mantenendone la configurazione a delta, con prese d'aria laterali dotate di corpo semiconico mobile centrale per i due motori SNECMA Atar. Sebbene le caratteristiche aerodinamiche tra i due aerei erano molto simili, si resero necessari lavori di adattamento alla struttura.
Nel corso del suo sviluppo, il Mirage IV A fu anche impiegato per stabilire il record di velocità in un circuito delimitato, dapprima alla media di 1822 Km/h su di un circuito di 1000 Km e successivamente alla media di 1972 Km/h su di un circuito di 500 Km, con velocità comprese tra Mach 2,08 e Mach 2,14.
Il 12 ottobre 1961 è stato compiuto il volo finale del prototipo di pre-serie e da quel momento venne ufficialmente attivata la linea di montaggio, che portò al volo il primo esemplare nel dicembre 1963.
L'aereo aveva due posti di pilotaggio affiancati e separati tra loro, e poteva trasportare un armamento standard costituito da una bomba nucleare a caduta libera da 60 kT semiannegata nella parte posteriore della fusoliera o da un massimo di 16 bombe da 454 Kg in attacchi subalari oppure ancora da 4 missili antiradar AS.37 Martel.
Gli obiettivi primari del Mirage IVA erano città e basi sovietiche importanti; con il rifornimento di carburante in volo l'aereo poteva attaccare Mosca, Murmansk o le città ucraine dalle basi francesi. Per rifornire di carburante la flotta di Mirage IVA la Francia ha comprato un certo numero di aerocisterne KC-135E dagli Stati Uniti, anche se poi l'aereo è stato spesso impiegato in coppia, con l'aereo gregario che trasportava rifornimento di carburante per il compagno e corredo tattico per le forze di terra.
Alcune fonti dichiarano che tra i profili di missione previsti i più valutati erano essenzialmente missioni "kamikaze" nelle quali il pilota, a seguito del bombardamento, poteva avere poca o nessuna probabilità di ritorno.
Inizialmente il profilo di volo per l'attacco era interamente basato sulle alte quote, ad una velocità di mach 1,85 e con copertura massima di una distanza pari a 3500 Km; ma verso la fine degli anni 60, quando la minaccia dei missili terra-aria rese il volo alto troppo pericoloso, il Mirage IVA fu modificato per la penetrazione a bassa quota. Volando basso, la velocità massima per l'attacco si ridusse a 1100 Km/h e diminuì di conseguenza il raggio di combattimento.
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