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24/02/2006
VEDI LE FOTO DEL G.91La struttura della fusoliera del G.91Y era realizzata in lega leggera, con inserti di acciaio e titanio, rispettivamente ai lati dell'abitacolo e in corrispondenza.dei motori. L'intero corpo dell'aereo è diviso in tre tronchi vincolati tra loro. Il primo conteneva il musetto apribile, la presa d'aria con il relativo condotto e gli apparati di navigazione e di missione, nonché l'abitacolo, blindato davanti, di dietro e al di sotto del pilota. Il secondo troncone di fusoliera comprendeva l'intera superficie alare, dotata di una struttura a nido d'ape, l'alloggiamento per le ruote del carrello ed il condotto dell'aria per i motori. Il terzo tronco conteneva l'apparato propulsivo, la deriva, gli impennaggi posteriori ed il paracadute freno.
La capacità di combustibile, estesa del 100% rispetto al G.91R, era soddisfatta dalla dotazione di 8 serbatoi di fusoliera, di cui 6 collocati anteriormente e posteriormente con una ripartizione pari a 1310 l davanti e 1290 l dietro. I restanti due erano interni alle ali, e fornivano 300 l ciascuno. A questa disponibilità di combustibile potevano aggiungersi quella dei serbatoi sganciabili da 26, 520 o 800 l ciascuno.
L'abitacolo era dotato di seggiolino eiettabile adottato di tipo Martin Baker, e di avanzate apparecchiature elettroniche, tra cui un radar doppler Bendix DRA-12, un PHI e un HUD.
Il primo prototipo volò il 27 dicembre 1966, sul campo di volo della Fiat a Caselle. La presentazione al pubblico avvenne al Salone di Parigi nel 1967. Le ordinazioni ufficiali dell'A.M. avvennero nel 1969, e si riferirono ad un totale di 75 aerei, di cui però furono 65 quelli effettivamente prodotti e venduti.
Il programma di costruzione coinvolse tutte le maggiori industrie italiane, tra cui l'Alfa Romeo, la Fiat e la Siai Marchetti. Una variante specifica per le esigenze dell'aeronautica svizzera, il G.91YS, fu dotata di 6 piloni alari per l'alloggiamento di missili "Sidewinder" e di un nuovo apparato di controllo del tiro, che impose un ridisegno della prua. Il peso risultò quindi maggiorato a 9000 Kg, senza però penalizzare troppo le prestazioni di volo dell'aereo. L'aereo purtroppo non ebbe un seguito operativo, poiché finì per perdere il concorso elvetico di assegnazione, che durò molti anni e si risolse, nel 1976, con l'aggiudicazione degli F-5.
La scelta sempre più orientata all'adozione di aerei con propulsione turbofan confinò il G.91Y al territorio nazionale, annullandone ingiustamente l'impatto internazionale, come fece peraltro con un altro aero valido quale fu l'americano A-4.
L'assegnazione del G.91Y in Italia coinvolse due reparti di volo, l'8o stormo cacciabombardieri, di stanza a Cervia (Rimini), ed il 32o Stormo di stanza a Brindisi, in capo al 32o Gruppo. Quest'ultimo reparto aggiunse il fregio di una vistosa bocca di pescecane sulla presa d'aria dell'aereo, e lo impiegò con efficacia nelle operazioni sul mare. L'impiego del G.91Y fu proficuo ai due reparti, e furono presto risolte quelle iniziali problematiche instrinseche alle innovazioni introdotte, tra cui l'apporto d'aria di minime tolleranze che in certe condizioni poteva portare i motori allo stallo.
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