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<< Dassault Rafale >>

26/03/2006

Il Rafale, validissimo prodotto dell'industria aerospaziale francese, e della Dassault in prima battuta, presenta lo scotto di non poter avere un potenziale di crescita nei mercati internazionali in quanto il suo costo unitario è piuttosto alto e si riflette sulla stessa Armèe de L'Air e sulla Marine Nationale. Un fattore determinante per la lievitazione dei costi è stato il lungo periodo di affinamento tecnico seguito alla fase iniziale di progettazione, ideata nel 1978 in risposta all'esigenza di pianificare la sostituzione dei Mirage 2000.

Vista laterale di un Rafale, © Arnaud Gaillard

Il primo volo di un prototipo avvenne relativamente presto, nel 1986, ad appena 3 anni dalla presentazione di un simulacro dimostrativo. Per accelerare i tempi i motori adottati erano gli stessi dell'F-18 "Hornet", ovvero i General Electric F404-GE-400 da 7433 Kg di spinta. Mentre le altre forze aeree europee proseguivano sul programma comune per la produzione del "Tornado", la Francia proseguì in autonomia lo sviluppo del Rafale-A che, favorito dall'assenza di problemi di messa a punto, nel marzo del 1987 effettuò il suo primo volo bisonico, raggiungendo una velocità pari a 2124 Km/h.

Ciò favorì in positivo le aspettative riposte nel velivolo, considerando che, con l'adozione del motore definitivo per la versione finale Rafale-C, l'aero avrebbe migliorato ulteriormente le sue già ottime prestazioni. Il motore da installare doveva infatti essere lo SNECMA M-88 a basso rapporto di diluizione, capace di circa 7500 Kg di spinta. Il Rafale venne inquadrato nel programma ACE, nel tentativo di enfatizzare il coinvolgimento di alcune industrie elettroniche europee e farlo apparire quindi come programma internazionale.

Tra i motivi per cui la difesa francese non partecipò alla realizzazione dell'EFA, il prototipo di quello che poi è divenuto l'attuale Eurofighter, vi era l'impossibilità di questo aeroplano ad atterrare sulle portaerei della classe Clemenceau allora in uso, per via delle dimensioni troppo grandi; inoltre, l'adattamento dell'EFA con i motori francesi M-88 avrebbe comportato la produzione di un velivolo sottopotenziato.

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