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07/06/2005
L'IQAF, ovvero Iraqi Air Force, prima dello scoppio del recente conflitto era al sesto posto nella classifica delle maggiori forze aeree del mondo, vantando un quantitativo di mezzi pari a 750 aerei da caccia e attacco al suolo e 200 velivoli da trasporto e collegamento.
La buona varietà di velivoli comprendeva i moderni MiG-29 ed altri aerei comunque recenti quali i MiG-27 o i Mirage F.1
Durante la "Desert Storm", l'Iraq si ritrovò molti aerei distrutti o impossibilitati ad operare; infatti le stime parlano di una quarantina di aerei abbattuti in combattimenti aria-aria, circa 140 distrutti dai bombardamenti mirati a colpire gli hangar e infine una trentina (di quelli da trasporto) trasferiti in Iran per sottrarli alle distruzioni operate dagli americani.
Fatte le dovute sottrazioni, i velivoli rimasti dovrebbero essere, in totale, circa 300. Inoltre vanno considerate le sporadiche azioni di repressione compiute all'interno delle no-fly zone, che probabilmente avranno minato in maniera ulteriore tale capacità offensiva.
Durante l'operazione Iraqi Freedom i conflitti aria-aria sono stati praticamente inesistenti e i circa 150 velivoli in piena efficienza stimati dovevano essere distrutti dai bombardamenti. Ma molti sono a quanto pare sfuggiti o non ancora ritrovati, se si escludono i circa 50 velivoli scoperti dalle truppe australiane nell'aeroporto iracheno di Al-Asad, a circa 180 Km a ovest di Baghdad.
All'appello mancherebbero quindi circa un centinaio di aerei e, tra questi, rilevante è la mancata scoperta dei nascondigli dove sarebbero stati collocati i Mirage F.1, probabilmente in condizioni di effettuare missioni d'attacco, malgrado la pochezza delle parti di ricambio per la manutenzione.
Un'ipotesi tra le più accreditate è che potrebbero essere stati "messi in salvo" molto prima dello scoppio ufficiale del conflitto, in uno dei paesi confinanti "vicini" al regime, primo fra tutti la Siria.
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