ATTENZIONE, il tuo browser non supporta le tecniche di impaginazione
con cui questo sito è stato realizzato.
Per un più agevole utilizzo di questo sito
ti raccomando di aggiornare il tuo browser all'ultima versione.
Cerca tra i seguenti link quello avvicinabile al tuo browser:
[INTERNET EXPLORER]
[NETSCAPE 8.1.2]
[OPERA 9.02]
[FIREFOX 2]
Se il browser che usi non è contemplato, collegati alla casa del prodotto.
26/03/2006
L'imponente sistema di sicurezza approntato per le olimpiadi invernali 2006 ha coinvolto circa 15000 persone, tra militari e paramilitari. Di questa grande concentrazione di forze un ruolo di primaria importanza lo ha dato l'A.M. contribuendo con oltre 30 aeromobili nelle varie missioni giornaliere. Di questi, annoveriamo in particolare l'F-16A e l'Eurofighter "Typhoon" impegnati nelle missioni di allarme e nelle crociere di sorveglianza. Il centro di coordinamento delle attività è stato il Comando Operativo delle Forze Aeree di Poggio Renatico (Ferrara) , dotato tra l'altro di un particolare radar per l'individuazione di piccoli oggetti volanti a quote basse e bassissime.
Nell'ambito della collaborazione con Svizzera e Gran Bretagna, due aerei da scoperta radar E-3D "Sentry" AEW1 della RAF sono stati messi a disposizione del governo italiano e rischierati ad Aviano. Inoltre sono state previste misure di difesa aerea di concerto con l'aeronautica svizzera, definendo missioni di sorveglianza transalpina che si protrarranno anche dopo i giochi invernali.
La misura più rilevante ed efficace per la garanzia di giochi olimpici al riparo da possibili attacchi aerei è stata quella dell'identificazione di zone a traffico aereo limitato ed interdetto. Per un raggio di 93 Km dal centro di Torino, sino a quota illimitata, è stata definita la "zona di indentificazione", con obbligo di identificazione per tutto il traffico aereo diretto verso la città. All'interno di questa zona, è stata circoscritta la "zona ristretta", assimilabile ad un ellisse comprendente le tre aree di gara e l'intera città. In questa zona era proibito fino a 6,5 Km di quota il traffico VFR, ossia il volo a vista, normalmente non soggetto al controllo radar. La zona di estrema sicurezza, la cosiddetta "no-fly zone", aveva un raggio di 9,3 Km dal centro di Torino e si estendeva in altezza sino a 8,3 Km di quota. In essa era proibito tutto il traffico aereo.
Le ovvie eccezioni alle misure proibitive sono state rappresentate dai voli di Stato, dai voli per emergenza sanitaria o altri voli autorizzati dal prefetto di Torino. L'intera operazione difensiva ha rappresentato un modello organizzativo tale per cui altri paesi si stanno interessando al "modus operandi" dell'A.M., divenuta oramai una forza esperta e di riferimento per la difesa dal terrorismo.
Questa pagina è conforme ai seguenti standard di sviluppo:
XHTML 1.0 STRICT, CSS 2.1, WCAG AA
Pertanto, è accessibile anche ai portatori di handicap, per saperne di più consulta pure le
note sull'accessibilità
Copyright© G. Zanetti