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07/06/2005
I vettori per il volo spaziale, di regola, sono costituiti da razzi composti da vari stadi, ovvero sezioni autonome ognuna con i suoi motori, montate l'una sull'altra. Se si ha un vettore con una sola sezione esso è denominato monostadio, qualora il vettore è composta da più sezioni prende il nome di bistadio, tristadio, multistadio, a seconda del numero degli stadi dai quali è formato.
La partenza di un veicolo per il volo spaziale è chiamata lancio, ed avviene ponendo il veicolo stesso in posizione verticale su una apposita postazione fiancheggiata da un traliccio detto torre di lancio, contenente i dispositivi necessari per provocare la partenza.
Per effettuare il lancio, vengono accesi i motori del primo stadio, che provoca la partenza del veicolo, il quale, con una progressiva accelerazione acquista gradualmente una elevatissima velocità. Esaurito il propellente del primo stadio, questo si distacca dal veicolo e vengono accesi i motori del secondo stadio; così avviene per gli stadi successivi, finché rimane soltanto il modulo che non necessiterà più di propulsione.
Il vantaggio di impiegare per il volo spaziale razzi a più stadi è dovuto al fatto che ciascuno degli stadi successivi al primo fornirà la sua energia di spinta beneficiando della velocità e della spinta offerta dallo stadio precedente, raggiungendo in tal modo quote e velocità elevatissime, cosa che non sarebbe possibile con un razzo ad un solo stadio. Si deve inoltre considerare che ogni stadio successivo al primo ha il vantaggio di dover sollevare un peso minore di quello sollevato dagli stadi precedenti, perché il razzo si alleggerisce progressivamente degli stadi esauriti.
La traiettoria di un proiettile sparato è parabolica, nel senso che esso soggetto alla resistenza dell'aria e al proprio peso, che ne limitano e ne incurvano la traiettoria, finirà per ricadere a terra. Conoscendo la resistenza e il peso come due delle quattro forze cui è soggetto l'aereo durante il volo e constatando la cessazione della presenza dell'aria ad una quota di qualche centinaio di Km, l'unica forza esercitata sul proiettile rimarrebbe il peso.
Il peso, come abbiamo visto, è una forza che agisce in direzione verticale e nel senso dall'alto in basso, su tutti i corpi; la sua entità è espressa da prodotto della massa (quantità di materia contenuta del corpo) per l'accelerazione di gravità.
L'accelerazione di gravità è l'effetto della attrazione di gravità (detta impropriamente "forza di gravità"), che fa si che tutti i corpi esistenti nel nostro pianeta o in prossimità di esso vengano attratti fortemente verso il centro della terra.
L'attrazione di gravità (che si manifesta anche su tutti gli altri pianeti e sulle stelle), nei riguardi dei corpi che si trovano sulla superficie terrestre ha l'effetto di tenerli ben aderenti a tale superficie, impedendo loro di allontanarsi nello spazio che circonda la Terra.
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